L'ADDESTRAMENTO DEI PILOTI

L’introduzione dei nuovi piloti in Pattuglia e il successivo addestramento sono processi ormai ben consolidati che si svolgono secondo un percorso formativo che prevede un apprendimento graduale e una serie di verifiche intermedie.

 

I piloti vengono aggregati alla formazione durante la prima stagione estiva, volando da passeggeri nella stragrande maggioranza delle manifestazioni aeree cui le Frecce Tricolori prendono parte.


La full immersion durante il periodo più intenso dell’anno è fondamentale perché permette ai nuovi arrivati di comprendere i meccanismi gestionali del Gruppo e di confrontarsi, sin dall’inizio, non solo con le peculiarità dell’acrobazia collettiva, ma anche con tutte le problematiche inerenti all’organizzazione delle numerose trasferte in Italia e all’estero.

I ritmi della PAN sono molto differenti da quelli di un Gruppo di volo “normale” e la partecipazione alle manifestazioni costituisce un’importante anticipazione di quello che attende i piloti neo-assegnati l’anno successivo, in veste di titolari.


Tuttavia, è solo durante la successiva stagione invernale, nel periodo interamente dedicato all’addestramento e al mantenimento delle qualifiche che va da novembre alla fine di aprile, che si inizia a fare sul serio.

 

L’attività di volo propedeutica all’inserimento in formazione dura quindi poco meno di sei mesi e si svolge, almeno inizialmente, esclusivamente sulla base di Rivolto.


Per i nuovi piloti assegnati alla Pattuglia che hanno conseguito il brevetto all’estero, il primostep è l’abilitazione su MB.339, dopodiché si parte con l’addestramento vero e proprio che, secondo un framework del tutto analogo a quello previsto dalle scuole di volo della Forza Armata, è suddiviso in blocchi istruzionali: la difficoltà è crescente, ogni missione è solitamente più impegnativa della precedente, ogni blocco costituisce prerequisito per quello successivo.

 

Si inizia con sortite a singolo velivolo e si prosegue con voli che coinvolgono un numero sempre crescente di velivoli. Al termine di ogni blocco, il progresso del nuovo pilota viene certificato da un anziano della formazione, che nel corso di uncheck valuta se il contenuto di un blocco è stato correttamente appreso.

La formazione di un nuovo pilota delle Frecce è un processo che richiede un controllo serrato, che non si limita agli aspetti tecnici, ma che richiede un’analisi a tutto tondo del livello di inserimento del neo-assegnato nella formazione.


Ogni due settimane, i quattro piloti con maggior esperienza del 313° Gruppo si riuniscono e valutano la maturità nel ruolo di affiatamento con il resto della formazione.

 

Qualora si siano riscontrati dei problemi nell’esecuzione di una singola figura o di una particolare trasformazione, vengono condivise delle azioni correttive o delle vere e proprie modifiche dell’iter: il programma istituzionale non è un monolite e pur essendo ormai perfettamente oliato, può essere modificato per adattarlo ad esigenze specifiche e alle caratteristiche del pilota-tipo che proviene dai reparti della linea aerotattica.

 

Questo vale sia nel caso in cui risulti necessario colmare delle lacune, sia nel caso in cui il nuovo pilota dimostri di essere pronto al blocco di missioni successive prima di aver completato il numero di voli previsto per quello in corso. In tal caso, previa verifica da parte di uno degli istruttori, il pilota può passare direttamente alla fase successiva.

 

L’efficacia del modello addestrativo adottato dalla PAN è testimoniata dal fatto che ogni anno, i sistemi di selezione e di addestramento delle Frecce Tricolori garantiscono che i nuovi piloti siano pronti alla prima uscita ufficiale già da fine aprile. 

Nell’ultimo mese che precede la stagione “estiva”, la PAN lascia la base di Rivolto un paio di volte a settimana, per eseguire dei voli di addestramento “fuori sede”.


Si va ad Istrana, a Piacenza, a Ghedi o a Cervia per trovare caratteristiche orografiche differenti rispetto a Rivolto ed addestrare i nuovi piloti a volare il programma della formazione anche in assenza dei consueti riferimenti visivi al suolo.

 

I piloti neo-assegnati entrano in formazione occupando le posizioni arretrate, considerate più comode e semplici, corrispondenti al secondo fanalino (numero 9) o al terzo gregario, sinistro o destro (Pony 7 o 8), dopodiché, con l’esperienza, potranno “scalare” la formazione, fino a raggiungere il ruolo di capoformazione o di comandante.

 

La stagione invernale è ovviamente dedicata anche all’addestramento di tutti gli altri piloti: l’ingresso in pattuglia di altri piloti, determina il cambio di posizione anche per i piloti più anziani, che devono quindi seguire un addestramento specifico per perfezionare le tecniche acrobatiche necessarie all’impiego nel nuovo ruolo.

 

Testi di David Cenciotti tratti dal libro

Frecce Tricolori “Un volo lungo cinquant’anni"