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INCIDENTE DI RAMSTEIN

Un attimo, uno schianto, un bagliore, tre frecce impazzite che precipitano e sul campo rimangono 67 morti ( di cui 3 piloti della PAN) e 346 feriti: è il drammatico bilancio dell'incidente aereo accaduto nella base nato di Ramstein, in Germania, il 28 agosto 1988 durante l'Airshow Flugtag  nel quale fu coinvolta la Pattuglia Acrobatica nazionale.

 

All'evento erano presenti circa 300.000 persone.

 

È stato il più pesante e tragico incidente della storia in una esibizione acrobatica aerea.

 

Era una domenica soleggiata di fine estate. Nella base statunitense di Ramstein, al confine con la Francia, era in corso un'esibizione aerea. Le Frecce tricolori erano le più attese.

 

Il programma procedeva senza intoppi. Poi il dramma.

 

Nell'espletamento dei "cardioide", una delle figure più rappresentative delle frecce, il "solista" (Pony 10), il tenente colonnello Ivo Nutarelli, arriva troppo presto all'intersezione con i colleghi ed è collisione.

Dinamica dell'incidente

Il suo Aermacchi MB-339 colpisce in pieno il Capoformazione (Pony 1), il Tenente Colonnello Mario Naldini, che a sua volta 'tocca' 'Pony 2', il Capitano Giorgio Alessio.

 

I tre aerei diventano altrettante palle di fuoco, delle frecce impazzite e incontrollabili.

 

Pony 1 si schianta su una corsia stradale al fianco della pista.

 

Naldini non fa in tempo ad azionare il sedile eiettabile. Anche il capitano Alessio finisce la sua tragica corsa sulla pista e nell'impatto il suo aereo esplode.


La traiettoria più tragica è però quella di Pony 10. Dopo l'impatto, l'Aermacchi di Nutarelli piomba sulla folla che ancora non si era resa conto di quello che stava accadendo: il tutto in sette, lunghissimi, secondi.

La figura del "cardioide" avrebbe dovuto mostrare nel cielo un grande cuore trafitto proprio di fronte agli spettatori.

 

Dopo aver tracciato la figura nel cielo, le formazioni laterali, cinque velivoli da sinistra (interni alla figura e più prossimi al punto d'intersezione) e quattro da destra (più esterni alla figura e approssimati al pubblico), si avviavano a chiudere il "cuore" per il passaggio finale del solista che, provenendo frontalmente rispetto al pubblico, avrebbe dovuto incrociare i due gruppi sorvolando il punto di incrocio dopo 3/5 secondi.

 

Al momento dell'incrocio decisivo, l'altezza dei velivoli rispetto al suolo era di circa 40 metri.

Il Capitano Ivo Nutarelli, forse il solista più preparato che mai le frecce abbiano avuto, arrivò in anticipo all'intersezione con i colleghi.

 

Pony 10, quello del Solista Tenente Colonnello Nutarelli, eseguì la sua manovra dapprima con un lieve ritardo e, successivamente ad una serie di correzioni, recuperando un eccessivo anticipo che portò il velivolo in rotta di collisione con i due gruppi che si apprestavano all'incrocio di fronte al pubblico e al centro della pista. 


Resosi conto di essere in anticipo, cercò presumibilmente di rallentare la picchiata estraendo l'aerofreno ventrale, degradando così l'aerodinamica del velivolo e riducendone di fatto la velocità.


Gli speciali strumenti volti al calcolo dello stress da accelerazione installati esclusivamente sul velivolo del solista indicarono che solo negli ultimissimi istanti prima dell'impatto Nutarelli tentò una brusca manovra correttiva per far prendere quota al suo velivolo, subendo una straordinaria sollecitazione vicina ai 10G. Malgrado l'estremo tentativo il solista non riuscì a evitare l'impatto, giungendo fatalmente al punto d'intersezione della figura.

 

Ramstein fu un tragico errore.

L'ala destra di Pony Y10 attraversò l'abitacolo di Pony 2 uccidendo all'istante il Capitano Alessio e impattò con il muso l'aereo del capo formazione, Tenente Colonnello Naldini, tranciandone la coda e rendendolo ingovernabile.

 

Nutarelli morì sul colpo. Frammenti dei due aerei colpirono anche i velivoli 3 e 5, che riuscirono ad allontanarsi dalla scena.

 

Pony 1 si schiantò su una corsia laterale alla pista senza che Naldini usufruisse del seggiolino eiettabile e coinvolgendo l'elicottero medico e il suo pilota, il Capitano Kim Strader, che riportò gravi lesioni. Contemporaneamente, Pony 2 precipitava sulla pista ed esplodeva senza causare danni di rilievo.

 

Pony 10, del tutto privo della cabina di pilotaggio e avvolto dalle fiamme, si impennò, cadendo al suolo con l'ala destra e scivolando in una nube di carburante incendiato sull'erba davanti l'area del pubblico, dove investì gli spettatori per poi arrestarsi nell'urto contro un furgone di gelati ivi parcheggiato.

 

Il luogo dell'impatto iniziale veniva ritenuto il migliore disponibile per assistere alla manifestazione, essendo infatti il più vicino all'area di volo e dunque alla minima distanza consentita al pubblico. Data la sua posizione centrale rispetto al resto della pista, il posto era anche il più affollato.

 

Tra gli altri, rimase coinvolto anche il cineoperatore della Pattuglia Acrobatica Nazionale: la sua telecamera e i contenuti delle registrazioni finirono anch'essi distrutti dalle fiamme.


L'intera tragedia si compì in soli 7 secondi, un lasso estremamente breve a causa della bassa quota delle manovre, tale da rendere drammaticamente improbabile qualsiasi tentativo di fuga della folla dalle traiettorie dei rottami impazziti, delle schegge o del fuoco.


I piloti sopravvissuti volarono in formazione nei pressi della base finché non fu ordinato loro di atterrare nella base aerea di Sembach.